I. A. Intelligenza Artificiale

Sto seguendo un corso promosso dal CREMIT ( Centro di Ricerca sull’Innovazione ai Media e alla Tecnologia) sull’educazione digitale, lo trovo interessante perché è il primo corso che non presenta argomenti già sentiti. Quando frequento come pedagogista corsi di aggiornamento solitamente trovo nozioni già dette e ridette, solo in modi diversi, la solita minestra! Per la prima volta seguo in corso che mi introduce nel futuro parlandomi del presente. La pedagogia e la scienza s’incontrano, devono imparare a comunicare attraverso un nuovo linguaggio: Il Digitale. Le nuove generazioni parlano una lingua diversa, così anche i concetti vengono espressi diversamente. Il rischio e la sfida consistono nell’imparare questa nuova lingua conservando la sostanza del discorso pedagogico per trasmetterla nel modo corretto. Torno quindi a riflettere sul post dedicato alla fantascienza, un ottimo approccio per l’incontro tra due mondi. Come una volta i miti erano veicolo per trasmettere concetti filosofici complessi, oggi la fantascienza ( mito odierno) è veicolo per trasmettere concetti scientifici complessi. Vengo colpita in particolare da una definizione che il corso propone di Intelligenza Artificiale=Organismo Elettronico. Da un lato sono incuriosita e dall’altro mi corre un brivido lungo la schiena pensando a futuri possibili dove i Robot sono al comando. Sì, perché la parola Organismo è riferita ad esseri viventi, il fatto di vederla vicino a Elettronico non è un caso. Queste I.A. sono organismi capaci di apprendere con intelligenza superiore a quella umana, l’unica cosa che ci differenzia sono le emozioni. Se un giorno fossero in grado di apprenderle? Stephen Hawking e colleghi hanno messo in guardia sui rischi delle I.A. Intanto collego tutte questi pensieri nella mia mente mentre ascolto al Tg che è stata impiantata la prima mano robotica progettata proprio con la I.A., in grado di ricevere e trasmettere gli impulsi del cervello dando sensazioni al tatto simili a quella umana. Non posso che prendere atto di dove sta andando il futuro e capire come la pedagogia può aiutare le nuove generazioni ad essere creative nell’utilizzo dei media. Perché la creatività libera la mente dagli schemi, dalle manipolazioni, dalla passività, forse sarà un giorno l’unico aspetto a distinguerci dalle I.A.

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