Analfabetismo sentimentale

Il 26 aprile sono stata nello splendido borgo di Grottammare accolta dal consigliere comunale Alessandra Manigrasso, invitata dall’associazione Arca2000 nella persona del presidente Daniela Ballestra, autrice e illustratrice di libri per l’infanzia e del consigliere Maria Pia Sulprizio psicologa . Il dibattito ha portato a riflettere su diverse tematiche dall’attenzione alla cura della natura alla situazione della donna oggi all’educazione delle nuove generazioni. Rientrando a casa ho portato con me le riflessioni di tutti i partecipanti ed in particolare la loro domanda sul perché ci ritroviamo sempre qui a chiederci le stesse cose. Quelle conquiste che sembrava di aver raggiunto nel passato si dimostrano oggi solo illusioni. Proprio il messaggio dato dal mio libro: non c’è ancora stato un vero cambiamento! Non solo per la donna ma per l’essere umano in generale, questo perché tendiamo ad essere ripetitivi, incapaci di interrompere quel loop che infondo ci da sicurezza. La ripetizione di propositi positivi non è sufficiente per cambiare se non si passa all’azione, ma lo sappiamo tutti agire comporta il martirio nel senso letterale della parola “testimonianza”. Non possiamo essere testimoni a parole ma dobbiamo giocarci il nostro agire, la vita intera. In pochi hanno osato,quelli che lo hanno fatto sono riusciti a cambiare qualcosa a volte perdendo la propria vita.

Vedo scorrere ogni giorno al telegiornale immagini di volti di persone uccise per “banali” ragioni. Il più recente il fatto di Manduria ha visto un pensionato ucciso da alcuni ragazzi minorenni,mi ha colpito la frase della madre di uno di loro che ha detto “non sono stata capace di insegnare a mio figlio la differenza tra bene e male”. Siamo abituati a eliminare l’esistenza del male riconducendo qualsiasi atto indegno dell’essere umano a un disagio psichico, sbagliando ! Il male esiste, ed esiste la scelta morale di un essere umano tra Bene e Male. Lo insegna la Giornata della Memoria, dove non ricordiamo lo sterminio ebreo come atto di malati psichici da curare ma di persone dotate d’intelletto, a volte straordinario ( come gli scienziati nazisti utilizzati poi dalla Nasa); lo insegna A. Arendt, quando ci spiega che il male non ha una ragione è semplicemente banale. Recuperare la dimensione spirituale dell’uomo, ritrovare il senso di possedere un’anima oltre agli organi interni, significa prendere atto dell’esistenza del Male all’interno del mondo. Così un consigliere comunale violenta una ragazza insieme all’amico e la riprende con il cellulare, questo dopo aver scritto sul suo profilo social di essere contro la violenza sulle donne con parole dure verso chi non le rispetta. Giovani che vanno dai 16 ai 21 anni sono i protagonisti di violenze crudeli, non sono pazzi, sono lucidi! Programmano le loro azioni, escogitano i modi per metterle in atto e ne imprimono la memoria attraverso i cellulari. Il problema è sempre più quello educativo! Non basta un’educazione alle norme, urgente è un’educazione che prenda in modo totale la persona con particolare attenzione al suo mondo interiore, ai suoi sentimenti. Un’educazione che non trascuri le strade che portano a scegliere il Bene o il Male.

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