
L’importanza di una ricerca pedagogica è proporzionale alla sua capacità di creare buone pratiche educative. Questo è certo uno degli obiettivi della mia ricerca: educare alla complementarietà ed al rispetto, in particolare guardando al femminile come risorsa per le nuove generazioni. L’educazione è un processo che riguarda tutta la vita, ognuno può apprendere in qualsiasi fase della sua esistenza e lo fa. Lo fa perché la vita lo impone, perché tutto è in movimento e niente immutabile, ogni giorno siamo una persona diversa. Ogni giorno il nostro corpo e la nostra mente cambiano. Mentre del corpo possiamo occuparci adottando stili sani, della mente e dello spirito non siamo abituati a occuparci. Lasciamo che la vita ci segni cercando il modo migliore per andare avanti, ma potremmo fare di più : adottare stili sani per l’anima. Diventa così importante che questa abitudine sia acquisita dalle nuove generazioni. Per questo a breve uscirà un libricino operativo ispirato al libro TUTTA COLPA DELLE MAMME-MANUALE DI AUTODIFESA PER DONNE ad uso di educatori ed insegnanti, con proposte di lavoro nelle medie e superiori. I miei prossimi impegni saranno dedicati proprio ai progetti nelle scuole, centri di divulgazione delle pratiche educative quotidiane. I giovani ci dimostrano di avere grandi risorse e capacità sta a noi procurargli l’ambiente adatto per esercitarle. La recente vicenda del Bus con 51 ragazzini delle medie che riescono a chiedere aiuto e salvarsi, ci spinge al paragone attraverso la metafora di una società incapace di tutelare i suoi giovani che devono salvarsi “da soli”: un mondo inadeguato che non sa fornire una Guida capace e sicura .